Razzismo antimusulmano

Il termine «razzismo antimusulmano» designa un atteggiamento di rifiuto o di ostilità nei confronti di persone che si definiscono musulmane o sono percepite come tali.

Per maggiori informazioni, consultare il glossario e i dossier tematici della Commissione federale contro il razzismo CFR:  Il razzismo antimusulmano

In Svizzera è considerato parte del fenomeno generale del razzismo. Tuttavia, per prevenirlo e combatterlo occorre tenere conto di alcune peculiarità, che finora sono state studiate soltanto in misura limitata nel contesto svizzero. Il Servizio per la lotta al razzismo SLR ha incaricato il Centro svizzero Islam e società CSIS dell’Università di Friburgo di condurre uno studio a questo proposito, la cui pubblicazione è prevista nel 2025.

• Razzismo antimusulmano vs islamofobia

  Per dare particolare rilievo alla protezione contro il razzismo e la discriminazione nei confronti dei musulmani o delle persone percepite come tali, in questa sede il termine «razzismo antimusulmano» è preferito a «ostilità antimusulmana» o «islamofobia».

  A questo proposito si veda: ECRI, Raccomandazione di politica generale n. 5 sulla prevenzione e la lotta contro il razzismo e la discriminazione nei confronti dei musulmani (in francese e inglese).

  L’ONU, invece, definisce e utilizza tuttora il termine «islamofobia» per indicare il razzismo contro le persone musulmane.

  • ONU, Definizione operativa di islamofobia (in inglese)
  • Relatore speciale dell’ONU sulla libertà di religione o di credo, Dichiarazione sull’islamofobia (in francese e inglese)
  • ONU, Giornata internazionale di lotta contro l’islamofobia, 15 marzo (in francese e inglese)

Situazione in Svizzera

Soltanto una minoranza della popolazione mostra atteggiamenti ostili nei confronti dei musulmani. Tuttavia, questi atteggiamenti sono più diffusi rispetto a quelli verso gli altri due gruppi considerati nell’indagine sulla convivenza in Svizzera CiS, ossia le persone ebree e le persone nere.

Consultare anche Razzismo in cifre.

Gli avvenimenti mondiali e crisi come la pandemia di Covid19, la guerra in Ucraina o la spirale di violenza in Medio Oriente spesso scatenano immediatamente e in gran misura episodi di antisemitismo ed altre forme di casi di razzismo. Dopo il 7 ottobre 2023, ad esempio, la Federazione delle Organizzazioni Islamiche Svizzere (FIDS), l'Associazione delle Organizzazioni Islamiche di Zurigo (VIOZ) e la Fondazione DIAC - De l'Individuel Au Collectif hanno registrato un raddoppio dei casi di razzismo antimusulmano.
Questo dimostra che il razzismo antimusulmano non può essere considerato un problema degli estremi politici, bensì un fenomeno ampiamente radicato nella società svizzera. Sebbene l'indice dell'Ufficio federale di statistica (UST) sull'ostilità verso le persone di fede musulmana sia leggermente diminuito dal 2016, nel 2022 si attesta a 1,91 su una scala da 1 (rifiuto di questa ostilità) a 4 (approvazione di questa ostilità).

• Discriminazione

  Nel 2019, oltre un terzo della popolazione residente musulmana ha dichiarato di avere subìto discriminazioni sulla base dell’appartenenza religiosa nell’anno precedente.  Consultare l'Indagine sulla lingua, la religione e la cultura ILRC; per ulteriori dati cfr. razzismo in cifre/ Motivi die discriminazione.

  Dall’impennata dei casi di consulenza sul razzismo antimusulmano osservata nel 2015, la Rete di consulenza per le vittime del razzismo registra un numero costantemente elevato di casi. Secondo il rapporto sugli episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza del 2022, il razzismo antimusulmano è la quarta causa di discriminazione dopo la categoria, affine, dell’ostilità nei confronti di persone provenienti da Paesi arabi. È probabile che vi sia un numero elevato di casi sommersi. Lo studio sul razzismo strutturale in Svizzera ha evidenziato che le persone musulmane sono particolarmente colpite dal fenomeno. Finora, i centri di assistenza, di consulenza legale e di segnalazione specificamente dedicati al razzismo antimusulmano sono stati gestiti dalla Federazione delle organizzazioni islamiche svizzera FOIS e, dal mese di aprile del 2023, dalla fondazione De l’individuel au collectif DIAC.

• Dibattiti e copertura mediatica

  I dibattiti e la copertura mediatica riguardanti persone e comunità religiose musulmane e l’islam assumono spesso un tono polemico, stigmatizzante, stereotipato e discriminatorio.

  • CFR, studio Qualità della copertura mediatica dei musulmani in Svizzera, 2018
  • Tunger-Zanetti, Andreas et al., Verhüllung. Die Burkadebatte in der Schweiz, 2021 (in tedesco)

• Centro svizzero islam e società (CSIS)

  Dal 2015, il Centro svizzero Islam e società CSIS dell’Università di Friburgo fornisce un importante contributo all’oggettivazione del dibattito pubblico e politico. In qualità di centro scientifico di ricerca e di competenza, il CSIS persegue un approccio interdisciplinare, stimola la riflessione sull’islam nel contesto svizzero, offre uno spazio accademico all’interpretazione dell’islam e promuove la convivenza in una società pluralista.

  • Rapporto del Consiglio federale sulla valutazione del CSIS

• Comunità musulmana in Svizzera

  Nel 2021, si sono definite musulmane 409 521 persone, vale a dire il 5,7 % della popolazione residente permanente di 15 anni o più. Il 35 % di esse ha la cittadinanza svizzera. Nel 2019 la percentuale di persone convertite all’islam era stimata al 5 % (UST, Religioni).

  Le comunità di fede islamica sono molto eterogenee. Le numerose associazioni che permettono ai musulmani di praticare la propria religione nelle rispettive regioni di residenza sono costituite principalmente in base al Paese di origine. Sebbene siano circa 350, rappresentano soltanto una piccola parte dei fedeli. Oltre a queste associazioni si contano anche due organizzazioni mantello: la Federazione delle organizzazioni islamiche svizzere FOIS e il Coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera CIOS.

  Per maggiori informazioni sulla popolazione musulmana in Svizzera: Islam e società.

Sfide e misure

Le misure statali contro il razzismo antimusulmano si concentrano sulla protezione delle persone piuttosto che sulla tutela della religione. Le misure destinate a gruppi specifici costituiscono invece un’eccezione, anche se alcuni dei progetti finanziati dal SLR sono esplicitamente dedicati al razzismo antimusulmano.

L’esperienza mostra che le offerte di informazione e di consulenza orientate a un gruppo di popolazione specifico facilitano l’accesso alle misure di sostegno. Dato che le offerte di consulenza sul razzismo si inseriscono spesso nel contesto della migrazione, molte persone che cercano sostegno per atti di razzismo e discriminazione basati sull’appartenenza religiosa non si sentono considerate.

• Esigenze particolari di protezione

  In ragione delle esigenze particolari di protezione, le comunità religiose musulmane possono presentare a fedpol una domanda di finanziamento per la realizzazione di progetti che rientrano nel campo di applicazione dell’ordinanza sulle misure a sostegno della sicurezza delle minoranze bisognose di particolare protezione.

  La CFR chiede inoltre che la definizione di «minoranza religiosa nazionale» ai sensi della Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali sia applicata anche alla comunità musulmana. > CFR, dossier tematico Razzismo antimusulmano

• Dibattiti pubblici

  Garantire una percezione differenziata dei musulmani nei dibattiti pubblici, nella copertura mediatica e nel discorso politico rappresenta una grossa sfida. Regolarmente vengono depositati interventi parlamentari che prendono di mira in modo esplicito leader o assistenti spirituali musulmani. Le accuse di radicalizzazione e islamizzazione mosse contro di loro vengono regolarmente screditate e smentite.

  Nelle risposte a diversi interventi parlamentari sulla radicalizzazione e il jihadismo, i controlli di sicurezza e il divieto di determinate organizzazioni, luoghi di culto islamici o dell’islam politico, il Consiglio federale ha sottolineato che le restrizioni dei diritti fondamentali motivate unicamente dall’orientamento islamico delle comunità sono discriminatorie e quindi anticostituzionali. Divieti incentrati esclusivamente su una religione sono inoltre contrari alle libertà di espressione, di credo e di coscienza, nonché di riunione e associazione. Il Consiglio federale si oppone a una censura ideologica.

  • Rapport sul postulato della Commission de la politique de sécurité del Consiglio degli Stati (21.3451) «Imam in Svizzera»
  • Interpellazione di Lukas Reimann (20.4313) «Islamisti in Svizzera»
  • Interpellazione di Marianne Binder-Keller (20.4706) «Ricerca sull'infiltrazione di istituzioni religiose e politiche da parte di organizza-zioni islamiche legalizzate operanti in Svizzera, in particolare da parte di membri dei Fratelli musulmani»
  • Mozione di Lorenzo Quadri (20.4300) «Migranti economici terroristi. Essenziale l'azione ai confini»
  • Interpellazione di Andreas Gafner (20.3780) «Dietro la moschea Tulipan di Reinach si celano musulmani radicali e finanziatori stranieri?»
  • Mozione dell'UDC (19.4005) «Arrestare la diffusione dell'islam radicale in Svizzera!»
  • Mozione di Lorenzo Quadri (19.3598) «Aiuti sociali facili ai jihadisti? Basta!»
  • Iniziativa parlamentare di Jean-Luc Addor (19.454) «A favore di studenti a capo scoperto nelle scuole pubbliche»
  • Interpellazione di Jean-Luc Addor (19.3049) «Vietare il velo alle minorenni?».

  I divieti che si concentrano esclusivamente su una religione sono contrari alla libertà di espressione, alla libertà di credo e di coscienza e alla libertà di riunione e associazione. Il Consiglio federale si oppone a una legge penale sulle opinioni.

  • Risposta del Consiglio federale all'interpellazione di Lorenzo Quadri (20.4292) «Dopo la condanna penale a carico dei suoi vertici, il Consiglio centrale islamico della Svizzera venga finalmente dichiarato fuori legge»
  • Risposta del Consiglio federale alla mozione di Lorenzo Quadri (20.4568) «L'islam politico sia un reato anche in Svizzera»